DOLOMITI PHOTO vol.2 - WHITE EDITION
I grandi fotografi delle Dolomiti
Die grössten Fotografen der Dolomiten
The great photographers of the Dolomites
Italiano | Deutsch | English
DOLOMITI PHOTO vol.2 - WHITE EDITION
Le fotografie dei più grandi fotografi internazionali
Die grössten Fotografen der Dolomiten
The great photographers of the Dolomites
(TRILINGUE Italiano | Deutsch | English)
sequel del libro: DOLOMITI PHOTO VOL.1
"Il più bel libro fotografico delle Dolomiti"
(Das schönste Fotobuch der Dolomiten | The most beautiful photo book of the Dolomites)
Oltre 40 fotografi professionisti a confronto, il loro stile e le tecniche con le migliori immagini delle Dolomiti
Clicca sulle immagini sotto per scaricare alcuni pdf esempio dal librovolume 1 (Klicken Sie auf die Bilder unten, um eine PDF-Beispiel herunterladen! Click on the images below to download some pdf example!):
ESEMPIO DEL LIBRO - EXAMPLE OF THE BOOK
den Artikel unter diesem Link lesen
read the article at this link
Con il patrocinio gratuito della Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO.
"Più che di un colore preciso, si tratta di una essenza, forse di una materia evanescente che dall'alba al tramonto assume i più strani riflessi, grigi, argentei, rosa, gialli, purpurei, viola, azzurri, seppia, eppure è sempre la stessa, così come una faccia umana non cambia anche se la pelle è pallida o bruciata. E da tutto questo, per chi guarda dal fondo delle valli, che colore risulta? E' bianco? giallo? grigio? madreperla? E' cenere? E' riflesso d'argento? E' pallore dei morti? E' l'incarnato delle rose? Sono pietre o sono nuvole?Sono vere oppure è un sogno?"
Dino Buzzati
Innanzitutto il nome. Le Dolomiti lo devono all'avventuroso scienziato francese Dèodat de Dolomieu. Nel 1789, anno della Rivoluzione Francese, lo scienziato si trova in viaggio fra le montagne del Tirolo. Colpito da pietre molto chiare, che in prima battuta interpreta come calcaree, nota come invece esse presentino reazioni chimiche insolite e pubblica queste osservazioni sul "Journal de Physique". Così, solo pochi anni dopo, quel minerale viene definito in suo onore Dolomia. A mezzo secolo da quella prima designazione, è un famoso taccuino di viaggio di due scrittori inglesi, Josiah Gilbert e Cheetham Churchill, a consegnare il nome di queste montagne alla storia: il titolo del loro libro del 1864 è "The Dolomite Mountains". Le Dolomiti. In pochi decenni questo nuovo termine sostituisce la vecchia denominazione, poetica ed evidente, di Monti Pallidi, lasciando una curiosa testimonianza: è un libro, un piccolo parallelepipedo di carta stampata, a segnare la tappa fondamentale degli ultimi due secoli di queste montagne e a chiamarle per nome. Il carbonato doppio di calcio e magnesio (Dolomia) conferisce caratteristiche cromatiche e morfologiche uniche al mondo. Queste, e altre unicità, consentono a queste montagne delle Alpi Orientali, comprese tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone, di diventare nel 2009 Patrimonio dell'Umanità. Ma le Dolomiti sono anche altro: il grande alpinismo mondiale vive su queste cime i suoi confronti e la sua storia, gli abitanti le rendono terreno di casa, restandoci a stretto contatto. Perfino i pascoli e le maghe, tenute dall'uomo, contribuiscono alla tensione continua, così scenografica, tra l'orizzontalità e la verticalità delle pareti e delle guglie. Perfino il nome, così solido e gradevolmente ritmico, supporta la diffusione del mito di queste montagne. Infine il colore. Forse solo questo elemento, indicibile e sfuggente, costituisce l'intima grammatica delle Dolomiti. E solo la fotografia è deputata a bucare questo linguaggio e a raccontarci di questi luoghi ciò che, con le parole, non può essere espresso.
"Ora è chiaro che il giudizio, col quale io dichiaro piacevole un oggetto, esprime un interesse nei suoi riguardi, perché il giudizio stesso, mediante la sensazione, suscita il desiderio di oggetti simili, e per conseguenza il piacere non presuppone il semplice giudizio sull'oggetto, ma il rapporto della sua esistenza col mio stato, in quanto io sono affetto da un tal oggetto. Non è una semplice approvazione che io ad esso concedo, ma in me si produce un'inclinazione"
Immanuel Kant
Benvenuti in Dolomiti Photo, I grandi fotografi delle Dolomiti, una galleria di immagini suggestive frutto di una selezione internazionale di fotografi, quasi tutti conosciuti come specialisti nel loro campo. Accanto a tutti questi autori si trovano descritte le differenti prospettive, le visioni del mondo che sono prima e dopo lo scatto.
Una certezza: le Dolomiti s'impongono come una delle mete più ricercate per la fotografia paesaggistica ma anche come una delle tappe fondamentali della fioritura tecnica di fotografi del luogo.
Quali sono le ragioni della crescente attrattività fotografica di questi luoghi? In linea teorica ogni appassionato di attività di montagna può realizzare immagini iconiche, che rimandano l'esperienza dei fruitori alle sensazioni della visita.
E le fatiche si traducono in una concretizzazione immediata e diretta del proprio lavoro, ricca di soddisfazione, tale da sconfiggere le difficoltà della disciplina. Il maltempo e le lunghe attese, le faticose marce e i bivacchi improvvisati, l'incompiutezza di un'uscita e le frustranti situazioni senza la macchina fotografica.
Il caso, l'iniziativa, la tenacia e l'intuito si fondono in una disciplina che trascende i confini di un ufficio e trascina uomini in un immenso senso di libertà e controllo.
Dolomiti Photo è un'esaltazione di questa attività conoscitiva, con una peculiarità: gli stessi fotografi, che con la forma dell'immagine avevano tratto dalla natura il bello, perdono qui il primato dell'azione e lo scettro del controllo.
Infatti la composizione di fotografie che trovate nel libro si ispira a un principio di affinità con la natura: ecco quindi il potere del Bello riconsegnato dall'Uomo (e dalla sua macchina fotografica) alla Natura. Pagina per pagina, essa sola ha il compito di raccontare lo stile di ciascuno dei suoi cantori: è l'oggetto che narra la prospettiva. La natura morta "vive" descrivendo lo stile che l'ha immortalata. Le Dolomiti, luoghi incantevoli, non sono più così solamente un oggetto: diventano un teatro delle emozioni e delle culture umane, nelle sottili sfumature di una composizione fotografica, di un colore, di una storia o di una percezione da comunicare.
Diventano fotografate e fotografanti un campione di umanità.
La collezione di immagini, e la loro selezione e combinazione, risponde così al compito più nobile prospettato con questa ricerca: l'esaltazione della Natura e, dentro la Natura, l'esaltazione dell'Humanitas.