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TRA LE PIEGHE DI UNA VITA Il Tenente Ingravalle e i dimenticati uomini del “Valcamonica” Il Grappa. Il Tonale e la Venezia Giulia

SKU: 978-88-940455-6-7
TRA LE PIEGHE DI UNA VITA
Il Tenente Ingravalle
e i dimenticati uomini del “Valcamonica”
Il Grappa. Il Tonale e la Venezia Giulia

ISBN: 978-88-940455-6-7
Prezzo di vendita: 15,30 €
Prezzo di listino: 17,00 €
Sconto: -1,70 €

ISBN: 978-88-940455-6-7

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Un libro di: Sergio Boem 

Vincitore del premio Ifms 2015

“Tra le pieghe di una vita” racconta la piccola storia del tenente Ubaldo Ingravalle, nonno dell’autore, intrecciandola con gli avvenimenti nazionali che lo vedono uomo d’azione e testimone della sua epoca. L’autore attraverso gli oggetti appartenuti all’ufficiale, ha indagando pazientemente tra  labili indizi e sconosciuti documenti d’archivio, scoprendo così le vicende di tanti altri nonni: quelli del suo  reparto, mille montanari ormai dimenticati. 
Attraverso le testimonianze dei famigliari e percorrendo i sentieri densi di memoria, ha incontrato così la grande Storia, descritta senza piegarla a semplificazioni o a pregiudizi ideologici. Ne emerge una avvincente ricerca che racconta tutto il Novecento, visto attraverso gli occhi dei famigliari e dei protagonisti più umili. 
“ Quest’opera oltre a rappresentare una testimonianza di rara umanità e sensibilità, non si limita a ricostruire con capillare ed acuta ricerca, le vicende di un valoroso battaglione alpino ma penetrando nella realtà quotidiana, restituisce al lettore figure mitiche e realizzando felicemente dei collegamenti critici con il nostro presente. ” 
Motivazione del Premio IFMS 2015

PREFAZIONE

Alcuni vetusti oggetti sono presenti nei salotti o nei cassetti di quasi tutte le famiglie italiane: foto, suppellettili, quadri o monili. Sono brandelli del passato, soprammobili ormai “d’antiquariato” non certo per il loro valore, generalmente scarso, ma per la loro presunta anzianità. Appartengono alle nostre famiglie da generazioni, erano ricordi dei nonni o forse di chi prima di loro, aveva vissuto una vita ormai dimenticata. 

Del luogo, l’epoca o il motivo per cui sono stati acquistati, spesso non sappiamo nulla e non ci interessa poi molto: sono lì perché piacciono. Altri oggetti sono finiti, se gli è andata bene, in cantina o su di una bancarella, erano in fondo ricordi di altri e apparentemente, non avevano alcun valore. In realtà quegli oggetti un valore lo possiedono eccome, ed è la loro sconosciuta storia. 

Non è certo facile leggerne le pagine, né ricostruirne la trama, eppure possono raccontare molte vicende delle nostre famiglie e spesso, anche del nostro paese. Sono certo delle sicure evidenze di un gusto ma sono pure muti testimoni di un’epoca. Così, anche nella nostra casa, c’erano alcuni oggetti che stimolavano la nostra curiosità di bambini: una pelle di leopardo, una fibbia d’ottone con un’aquila a due teste e dei consunti cuscini arabi, chiusi in un baule. 

Per dei sognatori in erba avevano la forza e un fascino seduttivo notevole: erano  testimonianze di grandi avventure o forse di remote esplorazioni. Purtroppo però, le notizie tramandate sulla loro provenienza erano poche e fumose, per nulla chiarificatrici: erano “cose” che appartenevano al nonno Ubaldo lui, “raccontava poco...”, specie delle sue vicende in guerra. 

Tempo fà, cercando di far luce su di un episodio famigliare, ci siamo imbattuti in alcune notizie che potevano incuriosire i nipoti, accattivanti spiegazioni di episodi sottaciuti e combinazioni apparentemente casuali che hanno stimolato il desiderio di saperne di più, circa quella storia e quegli oggetti. Da loro era sicuramente difficile trarre date o avvenimenti specifici: occorreva aiutarsi ricostruendo le vicende vissute da loro proprietario. 

Fortunatamente, qualche traccia non cancellabile della nostra vita rimane sempre, anche tra le pieghe della Storia, di quella ufficiale s’intende; non c’era che trovare il tempo per spulciare vecchi libroni ingialliti e sopravvissuti al macero, faldoni di lontani uffici comunali e fogli matricolari di un antico esercito, documenti per lo più ignorati e alcune volte, ignoti. Vi si trovano accenni, date e quando si è fortunati, anche brevi osservazioni. 

Sicuramente un valido contributo, per ciò che riguarda il periodo che vide Ubaldo coinvolto nel primo conflitto mondiale, l’ha fornito il resoconto ufficiale del suo reparto, sepolto tra le carte di un archivio a  Roma. Tra quelle pagine però, abbiamo trovato anche altre vite e ormai sbiadite dal tempo: quelle di altri nonni. Lentamente quegli oggetti, e i pochi episodi tramandati, cominciavano ad avere un preciso riferimento, fino a intrecciarsi saldamente con la cronaca del tempo. 

Certo è difficile, con quegli scarni elementi, tentare di ricostruire gli stati d’animo di quegli uomini, le emozioni  o le ragioni di scelte anche estreme, la burocrazia parla sempre un linguaggio asciutto e creato per altro scopo. Così, ci siamo presi noi questa libertà, accompagnando il lettore paziente nello svolgersi degli avvenimenti e attingendo a piene mani nelle testimonianze o studi, di varia provenienza e ci auguriamo, i più rappresentativi. 

Per cercare di afferrare qualcosa in più del “sentire” di quegli uomini, occorre però calarsi in quel periodo storico e nei suoi umori, talvolta anche negli avvenimenti che ne hanno influenzato le scelte. Certo non è cosa facile, era solo l’altro ieri ma l’incalzante progresso umano, ha trasformato il breve spazio temporale che ci separa da loro, in un abisso. Sono solo due generazioni ma anche a quegli uomini, sembrerebbero mille. 

Sarà certo il lettore a giudicare, ma se con questa improvvisata e sicuramente parziale ricerca, saremo riusciti a coinvolgerlo in vicende che sono anche parte della storia nazionale, avremo contribuito a ricordare la vita  di un italiano qualunque, dei suoi compagni, nonchè di accadimenti di cui nulla sapevamo. 

Questa personale ricostruzione, questa piccola Storia nata dal basso, non poteva che essere dedicata a tutti quegli uomini e donne del novecento, a cui la grande Storia ha camminato più volte accanto e spesso, violentandone la vita.