Nevegal...to be continued
Progetto "Abitare il Nevegal" - aggiornamento
Per chi fosse interessato alla vicenda, riprendo questo argomento aggiornandovi con nuove informazioni.
Sono stato ricevuto in data 4/2/2012 dall'assessore del Comune di Belluno Angelo Paganin che mi ha, con cortesia e chiarezza, spiegato nel dettaglio il progetto, dedicandomi ben un'ora e mezza del suo sabato mattina.
L'assessore ha un mandato che, a prima vista, non c'entra col progetto (è assessore alle politiche sociali). Tuttavia, egli si occupa in prima persona del caso per il suo rapporto stretto con i promotori originari di questa idea, ossia Antonio Mezzomo, Silvio Pasa e Riccardo Lovat, illustri esponenti dell'associazione "Bellunesi nel mondo".
A fronte della sua indubbia disponibilità, delle pur ottime idee e della ragionevolezza dimostrata durante l'incontro, io rimango contrario a questo progetto per i motivi che cerco in seguito brevemente di spiegare.
Il fulcro del progetto "Abitare il Nevegal" si fonda sulla presenza di un sede distaccata di una prestigiosa scuola svizzera superiore nel campo dell'accoglienza alberghiera e turistica in genere. La scuola, va detto, è annoverata tra le più prestigiose al mondo in questo campo. Non si tratta nemmeno di una scuola professionale di lusso, ma di una specie di corso universitario. A quanto pare, il meglio sul panorama internazionale.
L'idea di investire sulla formazione turistica a Belluno, che vede il proprio comparto industriale ridimensionato o in declino rispetto ad alcuni decenni fa, è giusta e condivisibile. L'impulso all'industrializzazione del dopo Vajont (legge 357/1964) nella nostra Provincia ha determinato uno sviluppo che, a fronte di evidenti benefici, ha fatto sì che non si estendesse mai quella cultura della ricettività turistica che ai nostri vicini (Südtirol e Trentino) non manca.
Il futuro della nostra Provincia passa anche attraverso il turismo ed è giusto iniziare ad impararne l'arte.
Il progetto "Abitare il Nevegal" si pone l'obiettivo ambizioso di portare nella scuola circa 600 studenti provenienti da tutto il mondo. Grazie a loro e a chi gravita attorno a loro (professori, personale amministrativo, famiglie in visita ecc.) si conta di sviluppare l'indotto e di fare in modo che il Nevegal resti abitato tutto l'anno, traendo vita dal campus universitario.
La scuola verrà costruita ex novo, anche se non si sa ancora dove. Ci sono delle buone idee relative al riutilizzo dell'esistente, ma ahimè un po' vaghe: mi risulta difficile immaginare, ad esempio, che gli appartamenti sfitti esistenti possano diventare alloggi per studenti, visti comunque l'enorme distanza e il dislivello che ci sono tra le casette in zona Ghiro e l'area della pineta, da quel che ho capito una delle possibili localizzazioni per l'edificio della scuola. Sarebbe un campus un po' troppo dispersivo, insomma.
Le due torri verrebbero riutilizzate per farne un centro di formazione continua e un centro congressi. Gli impianti di risalita verrebbero ridimensionati.
Il primo dubbio che viene è quello se sia ragionevole immaginare uno scenario del genere: 600 studenti provenienti da tutto il mondo (Giappone, Australia, India ecc.) da adesso in poi. Per sempre.
C'è davvero così tanta richiesta? Siamo sicuri che gli esuberi di domande della Svizzera riempiranno il Nevegal? Siamo sicuri che uno venga dal Canada per studiare in Nevegal?
L'assessore mi ha rassicurato dicendomi che c'è un accordo con la scuola svizzera stessa per garantire il numero di studenti concordato. Non ne dubito, ma se la domanda dovesse diminuire, cosa ce ne facciamo della nuova scuola che abbiamo costruito? E di tutte le edificazioni di contorno?
Il secondo dubbio che viene è se, al di là delle perplessità su questo approccio gigantista, il Nevegal sia la localizzazione idonea. Perché non a fondovalle, dove già esistono servizi, tessuto sociale ed urbanizzazioni? Perché a tutti i costi questa Amministrazione vuole creare un nuovo paese al Colle?
Mi è stato risposto che gli Svizzeri hanno fatto vari sopralluoghi in Provincia e hanno visto anche l'ex caserma Salsa e vecchi alberghi dismessi. Riconvertire qualcosa di già esistente a fondovalle sarebbe stato l'ideale, secondo me. Ma hanno voluto a tutti i costi il Nevegal.
I motivi che l'assessore mi ha riferito in riferimento a questa scelta sono del tutto marginali e, secondo me, pretestuosi: la tranquillità del posto, la bellezza naturalistica, i pochi accessi che consentono di controllare l'area (!) ecc. Pensateci bene: secondo voi un ventenne che viene dall'Australia resta volentieri in Nevegal la sera dopo le lezioni? I fine settimana? O è forse più stimolato da una città come Ginevra, come Losanna o, con le dovute proporzioni, come Belluno?
D'accordo, ora Belluno non offre molto, ma se dovessimo investire in ammodernamenti, non sarebbe meglio farlo in città? Per renderla una moderna città alpina come per certi aspetti sono Bolzano, Trento, Davos ecc.? Perché creare una città satellite in Nevegal, dipendente in tutto e per tutto dalla scuola?
L'assessore mi ha detto che è stato una sciocchezza negli anni '60 puntare tutto sul Nevegal con una variabile così aleatoria come il tempo atmosferico (riferendosi alla presenza o meno di neve).
Non viene forse il dubbio che riempire di così tanti studenti questo campus potrebbe essere ancora più rischioso e complicato?
In fin dei conti, l'Università di Padova è molto prestigiosa, eppure il corso distaccato sperimentale di economia del turismo (!) è naufragato dopo pochi anni. Non voglio essere per forza disfattista, è lecito sognare. Però a fronte di un investimento così grande è doveroso porsi delle domande sulla sua fattibilità sul lungo periodo.
Concludo. L'assessore ha esordito parlando di come risolvere il "problema" del Nevegal. Orbene, il Nevegal costituisce un problema solo perché abbiamo da gestire in eredità manufatti degli anni '60 che sono inadeguati alle dinamiche, alle richieste e perfino al clima di questo 2012. Alla luce di quanto sopra esposto, gli sforzi che questa Amministrazione sta facendo per risolvere il "problema" Nevegal costituiranno, a mio modo di vedere, il pesante fardello che la generazione futura dovrà sostenere. E allora il "problema" sarà doppio.
L'idea della formazione è giustissima. L'idea di farlo con logica gigantista in Nevegal (e non a fondovalle dove esiste già urbanizzazione) è una sciocchezza, che porterà soldi ai costruttori e al Comune grazie agli oneri della nuova urbanizzazione. Ma che ben presto sarà destinata a restare scatola vuota, insomma sarà una speculazione bella e buona. La solita vecchia storia sulle Alpi.
Prossimi sviluppi: ad oggi, sono stati coinvolti i 210 proprietari che, pare, si sono resi disponibili a vendere i terreni. L'obiettivo dell'assessore è chiudere un accordo di programma vincolante prima che si vada ad elezioni, che come sapete sono imminenti. Se vi va, diffondete, informatevi, parlatene, dite la vostra, scrivete sui giornali.