Colonne d'ercole
«...ma se esci dalla città XYZ non c'è più niente».
Quante volte ho sentito questa frase? In genere viene detta da molti riferendosi a spazi più o meno naturali ed agricoli. Dove costoro, cittadini avvezzi a muoversi in spazi urbanizzati ed addomesticati, non sono in grado di riconoscere un valore, una funzionalità, un fine. Sono cioè estranei. Essi sono la maggior parte dei nostri connazionali, poiché in Italia non c'è mai stata una cultura naturalistica diffusa e seria.
Nessuno di questi sa emozionarsi per il volo ondulato del picchio verde, sa interessarsi dell'erba fienarola, sa mettere a fuoco piccoli dettagli naturalistici né rispettarli. Gli habitat naturali e semi naturali sono, appunto, "niente".
Di conseguenza costoro sono gli stessi che si propongono di "valorizzare" queste aree in cui essi non riconoscono un valore. Con urbanizzazioni, cemento, opere inutili. La loro è una sorta di lenta colonizzazione verso la totale alienazione dell'Uomo dagli spazi naturali. Perché l'urbanizzazione, in fondo, dà loro sicurezza.
Mi sa che è dentro quelle teste, dove "non c'è più niente".
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Federico Balzan